Emorragia post-partum: comprensione, prevenzione e trattamento.

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Emorragia post-partum: comprensione, prevenzione e trattamento.

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L’emorragia post-partum (EPP) rappresenta una delle principali cause di mortalità materna a livello globale e, nonostante i progressi della medicina moderna, rimane un problema significativo anche in Italia. In particolare, l’EPP è definita come una perdita di sangue superiore a 500 ml entro le prime 24 ore dopo il parto. Nonostante la sua incidenza vari a seconda delle diverse regioni e delle pratiche cliniche, in Italia si stima che colpisca circa l’1-5% delle donne partorienti.
La mortalità dovuta all’EPP, sebbene relativamente bassa rispetto ad altre complicanze ostetriche, è ancora troppo alta. Ogni anno, in Italia, diverse donne perdono la vita a causa di questa condizione, rendendo l’EPP una questione di salute pubblica di primaria importanza; ecco perché la comprensione delle sue cause, dei fattori di rischio e delle strategie di gestione è fondamentale per ridurre l’incidenza e la mortalità.

Cause, fattori di rischio e fisiopatologia dell’emorragia post-partum
L’emorragia post-partum (EPP) può essere causata da una serie di fattori, comunemente raggruppati in quattro categorie, noti come i “Quattro T”: Tono, Trauma, Tessuto e Trombina.

Il Tono si riferisce all’atonia uterina, la causa più comune di EPP, che si verifica quando l’utero non si contrae adeguatamente dopo il parto. Questo può essere dovuto a un parto prolungato, a un travaglio indotto o stimolato, ad un utero sovradisteso (come nel caso di gemelli o di un grande bambino), o a un precedente episodio di atonia uterina.
Il Trauma include lacerazioni del canale del parto, rottura uterina, inversione uterina ed ematoma del tratto genitale. Questi possono essere causati da un parto operativo, da un parto precipitoso o da un parto vaginale dopo un cesareo.
Il Tessuto si riferisce alla ritenzione di tessuto placentare o di coaguli di sangue all’interno dell’utero. Questo può verificarsi a causa di un’anomalia placentare, come la placenta previa o l’accreta.
La Trombina riguarda i disturbi della coagulazione del sangue, che possono essere preesistenti (come l’emofilia o l’uso di anticoagulanti) o possono svilupparsi durante la gravidanza o il parto (come la coagulazione intravascolare disseminata).

Trattamento dell’emorragia post-partum
Il trattamento dell’emorragia post-partum (EPP) richiede un approccio multidisciplinare e deve essere tempestivo per prevenire complicanze gravi. Il focus è concentrarsi sul controllo della perdita di sangue, il mantenimento della perfusione degli organi e la correzione dei disturbi della coagulazione.
In caso di atonia uterina, la prima linea di trattamento include la somministrazione di ossitocina e altri farmaci uterotonici, come il misoprostolo. Se non rispondono ai farmaci, possono essere necessari interventi chirurgici, come il tamponamento uterino con un palloncino o, in casi estremi, l’isterectomia.
Per il trauma al tratto genitale, il trattamento può includere la sutura delle lacerazioni o la riparazione chirurgica. In caso di inversione uterina, il ricollocamento manuale dell’utero può essere sufficiente.
La ritenzione di tessuto placentare può richiedere un raschiamento uterino per rimuovere qualsiasi residuo.
Infine, i disturbi della coagulazione possono richiedere la trasfusione di emocomponenti, come plasma fresco congelato, piastrine o crioprecipitato, per ripristinare i fattori di coagulazione.
È importante sottolineare che la prevenzione è la chiave nella gestione dell’EPP. L’identificazione precoce dei fattori di rischio, un attento monitoraggio durante il parto e il post-partum e l’intervento tempestivo possono ridurre significativamente l’incidenza e le conseguenze dell’EPP.


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