I blocchi atrioventricolari (BAV) sono delle patologie cardiache che rientrano nella grande famiglia delle bradiaritmie, ovvero di quelle condizioni caratterizzate da una frequenza cardiaca bassa, generalmente inferiore ai 60 bpm con sintomi associati. Queste malattie devono essere sospettate in pazienti che vanno incontro a sincopi ripetute, o a cadute non spiegate, associate a stanchezza e bassa pressione che si presenta spesso come ipotensione ortostatica. La diagnosi di BAV risulta molto importante in quanto il semplice impianto di pacemaker può migliorare sensibilmente la qualità di vita del soggetto liberandolo dall’intero corredo sintomatologico.
Cosa sono i BAV e classificazione
Come dice il nome stesso, i blocchi atrioventricolari sono delle alterazioni nella propagazione del potenziale d’azione nel tessuto cardiaco a livello del passaggio tra atrio e ventricolo, spesso in corrispondenza del fascio di His o delle branche delle fibre di Purkinje. Tale danno causa una mutazione del rapporto normale di 1:1 tra la contrazione dell’atrio e quella del ventricolo, portando lo svuotamento ventricolare fuori dal controllo del nodo senoatriale, con conseguente bradiaritmia ed ipotensione.
BAV di primo grado
Nel blocco atrioventricolare di primo grado il danno si manifesta solamente con un ritardo nella conduzione dell’impulso rilevabile all’ECG come un intervallo P-R maggiore di 200ms (intervallo normale: 120-200ms).
BAV di secondo grado
Il secondo grado invece si divide a sua volta in Mobitz 1 e Mobitz 2:
-Mobitz 1: il nodo conduce l’impulso con difficoltà crescente fino a non riuscire a condurlo dall’atrio al ventricolo. All’ECG si vedrà l’intervallo P-R che si prolunga progressivamente fino al punto in cui l’onda P non è seguita da un QRS; quindi, sarà presente una pausa seguita dal ripristino del periodismo con un intervallo P-R normale.
-Mobitz 2: caratterizzato da un rapporto costante tra il numero di impulsi atriali ed i complessi QRS. Per esempio ogni tre onde P si trova un QRS (può essere anche ogni 2, ogni 4…)
BAV di terzo grado
L’ultimo grado per gravità è il terzo, in cui si trova un completo blocco della connessione elettrica tra atrio e ventricolo. All’ECG si vedranno delle attivazioni ventricolari completamente slegate da un punto di vista temporale dall’attivazione atriale. La contrazione dei ventricoli infatti nasce (quando riesce, perché ci possono essere condizioni di asistolia) dalle strutture delle vie di conduzione che hanno una loro capacità intrinseca pacemaker (nodo AV, fascio di His, le due branche e le fibre di Purkinje) con frequenza bassa.
Terapia delle bradiaritmie
La terapia definitiva per bradiaritmie di questo tipo è l’impianto di un pacemaker ventricolare, che trasmetta un impulso a frequenza adeguata in modo da ripristinare la funzionalità cardiaca. Inoltre, esistono opzioni farmacologiche per il trattamento in urgenza di blocchi atrioventricolari o comunque delle bradiaritmie prima della terapia risolutiva:
-Atropina, che aumenta la frequenza cardiaca e quindi è tipicamente utilizzata per le situazioni di bradicardia sinusale spiccata o di BAV che nasce nel nodo atrioventricolare (quindi soprahissiano) con complessi QRS stretti
-Isoproterenolo
-Inotropi, che aumentano il drive delle strutture delle vie di conduzione, quindi, possono generare un ritmo stabile di scappamento
-Pacemaker temporaneo transvenoso o transtoracico attraverso le piastre
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