La somministrazione intranasale di farmaci ha una lunga storia, risalente a tempi antichi, quando sostanze medicinali come le erbe venivano inalate per trattare varie affezioni. Negli ultimi decenni, l’uso dei farmaci con questo tipo di somministrazione ha subito un notevole progresso, diventando una modalità terapeutica moderna e raffinata, grazie ai progressi nella tecnologia farmaceutica e nella comprensione della fisiologia nasale. Questo metodo di somministrazione si basa sulla capacità della mucosa nasale di assorbire rapidamente i farmaci, permettendo loro di entrare nel circolo sistemico evitando il primo passaggio epatico, caratteristico della somministrazione enterale.

Farmaci principalmente utilizzati oggi
I farmaci a somministrazione intranasale coprono un’ampia gamma di categorie terapeutiche. Tra i più comuni troviamo gli agonisti adrenergici, come l’ossimetazolina e la fenilefrina, utilizzati principalmente per il sollievo della congestione nasale, mentre i corticosteroidi intranasali, come il fluticasone e il mometasone, sono ampiamente prescritti per il trattamento della rinite allergica e della sinusite cronica, grazie alla loro efficacia antinfiammatoria locale. Un’altra categoria rilevante è quella degli analgesici e degli anestetici. La somministrazione intranasale di farmaci come la lidocaina offre un rapido sollievo dal dolore, utile in contesti di emergenza ed infine recentemente, la ketamina intranasale ha guadagnato interesse per il trattamento del dolore acuto e della depressione resistente ai trattamenti convenzionali.
Gli ormoni e i neuropeptidi rappresentano un’ulteriore area di interesse: l’ossitocina intranasale, ad esempio, è in fase di studio per il trattamento di vari disturbi neuropsichiatrici, come l’autismo e il disturbo da stress post-traumatico. Infine, i vaccini intranasali, come il vaccino antinfluenzale vivo attenuato, rappresentano un’innovazione significativa, sfruttando la risposta immunitaria mucosale per offrire protezione contro le infezioni.

Modalità di utilizzo, vantaggi e svantaggi
La somministrazione intranasale di farmaci avviene tramite spray o gocce nasali, nebulizzatori e dispositivi a polvere secca. La corretta tecnica di somministrazione è cruciale per garantire l’efficacia terapeutica, richiedendo che il paziente assuma una posizione idonea e che il dispositivo sia utilizzato correttamente per ottimizzare la distribuzione del farmaco sulla mucosa nasale. Tra i vantaggi principali di questo tipo di somministrazione si annovera la rapidità di assorbimento, che consente un inizio d’azione quasi immediato per molti farmaci, risultando particolarmente utile in situazioni di emergenza, come nel caso del naloxone intranasale per il trattamento dell’overdose da oppiacei. Inoltre, questo metodo evita il primo passaggio epatico, riducendo il metabolismo pre-sistemico e aumentando la biodisponibilità del farmaco.
Un altro vantaggio significativo è la facilità di somministrazione, particolarmente apprezzata nei pazienti pediatrici e geriatrici, o in coloro che hanno difficoltà a deglutire compresse o a tollerare iniezioni. La somministrazione intranasale è anche meno invasiva rispetto a quella parenterale, migliorando la compliance del paziente. Tuttavia, vi sono anche alcuni svantaggi da considerare, infatti la variabilità interindividuale nell’assorbimento nasale può influenzare la risposta terapeutica, rendendo necessario un monitoraggio attento e, talvolta, aggiustamenti posologici. Inoltre, l’irritazione della mucosa nasale e la possibilità di effetti collaterali locali, come epistassi e secchezza nasale, rappresentano ulteriori limitazioni. La presenza di condizioni patologiche nasali, come la rinite cronica o le deviazioni del setto nasale, può ridurre l’efficacia della somministrazione intranasale, richiedendo alternative terapeutiche.

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Luglio 2024 © Italia Emergenza