La preeclampsia è una sindrome ipertensiva specifica della gravidanza, caratterizzata da ipertensione arteriosa e proteinuria dopo la 20’ settimana di gestazione. Colpisce il 2-8% delle gravidanze a livello globale ed è una delle principali cause di morbilità e mortalità materna e perinatale. Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la preeclampsia ed altre patologie ipertensive sono responsabili di circa il 14% delle morti materne a livello mondiale, il che la rende una patologia fondamentale da conoscere.
Eziopatogenesi della preeclampsia
La preeclampsia è un disordine multisistemico, coinvolgendo un’interazione complessa tra fattori genetici, immunologici e ambientali. La patogenesi inizia con una anomala invasione del trofoblasto durante la placentazione precoce, che porta a un’alterata ristrutturazione delle arterie spirali uterine. Questa alterazione provoca una riduzione della perfusione placentare, con conseguente ipossia e rilascio di fattori antiangiogenici. Questi disturbano l’equilibrio angiogenico tra VEGF (vascular endothelial growth factor) e PlGF (placental growth factor), causando disfunzione endoteliale sistemica. Questa a sua volta è caratterizzata da vasocostrizione, aumentata permeabilità vascolare e attivazione dell’infiammazione e della coagulazione, tutte componenti che contribuiscono a determinare ipertensione.
Altri fattori di rischio includono l’obesità, la sindrome dell’ovaio policistico, l’età avanzata della madre e la presenza di malattie autoimmuni come il lupus eritematoso sistemico.
Manifestazioni cliniche e diagnosi della preeclampsia
La preeclampsia può presentarsi con una vasta gamma di sintomi, rendendo essenziale una diagnosi accurata e tempestiva per prevenire complicanze gravi. I sintomi classici includono ipertensione (≥140/90 mmHg) e proteinuria (≥300 mg nelle 24 ore), ma è importante sapere che la sintomatologica può variare notevolmente. Altri segni e sintomi possono includere edema, cefalea persistente, visione offuscata, dolore epigastrico o ipocondrio destro e alterazioni ematologiche come trombocitopenia.
L’ipertensione in gravidanza può essere classificata come cronica, gestazionale o come parte della sindrome preeclamptica, con quest’ultima caratterizzata dall’insorgenza dopo la 20’ settimana di gestazione in una donna precedentemente normotesa. La diagnosi di preeclampsia senza proteinuria è possibile in presenza di ipertensione e uno dei seguenti criteri:
-trombocitopenia (piastrine <100.000/μL)
-insufficienza renale (creatinina >1,1 mg/dL o raddoppio della creatinina sierica in assenza di altre malattie renali)
-insufficienza epatica (transaminasi almeno il doppio dei valori normali)
-edema polmonare o sintomi cerebrali/visivi
Il monitoraggio costante della pressione arteriosa e l’analisi delle urine per la proteinuria sono quindi fondamentali per il riconoscimento precoce della preeclampsia. Inoltre, test ematici per valutare la funzionalità epatica e renale, insieme a esami di imaging come l’ecografia Doppler delle arterie uterine, possono aiutare a confermare la diagnosi ed a stratificare il rischio.
Importanza della diagnosi precoce
La diagnosi precoce è vitale per prevenire complicanze severe come eclampsia, sindrome HELLP (Hemolysis, Elevated Liver enzymes, Low Platelet count) e danno d’organo diffuso. L’eclampsia, infatti, caratterizzata da convulsioni in una donna con preeclampsia, rappresenta un’emergenza medica che richiede un immediato intervento, mentre la sindrome HELLP, una variante grave della preeclampsia, aumenta ulteriormente il rischio di mortalità materna e perinatale.
Il riconoscimento tempestivo della preeclampsia permette l’implementazione di misure terapeutiche quali il controllo della pressione arteriosa, la somministrazione di solfato di magnesio per prevenire le convulsioni e, in casi severi, l’induzione del parto per salvaguardare la vita della madre e del feto. La gestione di questa patologia richiede un approccio multidisciplinare, coinvolgendo ostetrici, internisti e altri specialisti per ottimizzare gli esiti materno-fetali.
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